Reseña del libro "Yoruba (en Italiano)"
Un uomo va a vivere nel villaggio di Ciottoli e scopre di avere il potere che quello che scrive si avvera. Così il lettore apprende tutto il mistero della storia già a pagina uno. Anche gli abitanti del villaggio conoscono il segreto, e però fingono di non saperlo. Vivono la realtà e sanno di giocare. Sanno di essere personaggi immaginari ma anche autori della storia. E ne sono orgogliosi. A ciò si aggiunge il linguaggio dell'autore. Un linguaggio ricco e leggero, aereo, volgare e tutto sommato assurdo. Con distorsioni linguistiche e forme dialettali che s'impadroniscono continuamente dei dialoghi, rifacendoli a loro uso. E che ricordano la gramigna di una primavera instancabile. Con frasi brevi che, più che illustrare la narrazione, sembrano accumularsi l'una sull'altra. E poi questo strano personaggio che compare improvvisamente qua e là, dal nulla, che commenta e spiega quello che accade. Al lettore, ovviamente. Ma anche allo scrittore.Dal libro: Era domenica, domenica mattina, quando uno sconosciuto arrivò a Ciottoli. Era chiaro dalla forma del colletto, che ad un certo punto faceva un taglio offensivo, tutto in verticale, che si trattava di uno di quegli uomini che chiamano negri, o africani, o con altri nomi così che significano più o meno lo stesso. Almeno, così sembrava.In alto c'era un grande sole onesto. Per strada, all'ingresso del villaggio, alcune donne. Non volavano uccelli. Un porcospino, approfittando della calma domenicale, prese il coraggio a quattro mani e attraversò la strada. Qualcuno aveva messo in giro la voce, per qualche ragione oscura, che presto avrebbe cominciato a piovere. Ma quasi nessuno aveva dimostrato interesse. Non che la gente non ci credesse. Solo non era interessata. Intanto le donne parlavano e ogni tanto facevano sì con la testa.L'uomo che stava arrivando aveva il potere magico che quello che scriveva si avverava. Ancora non lo sapeva. Voglio dire che non sapeva di avere questo potere magico. Però ce l'aveva. Intanto arrivava.